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"Segnali Positivi per L'Economia Americana!"

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I dati sul Pil statunitense del secondo trimestre 2009 sono risultati molto graditi ai mercati finanziari: in base a quanto comunicato dal dipartimento del Commercio infatti la contrazione nel periodo rispetto al precedente è stata solamente dell`1% a fronte di attese di un calo dell`1,5%. Se da un lato è vero che si è trattato del quarto calo consecutivo, un evento che non si realizzava dall`inizio della rilevazione della serie nel 1947, dall`altro è invece evidente il rallentamento del tasso di contrazione, che nei primi tre mesi dell`anno era stato del 6,4% (rivisto dalla precedente rilevazione di -5,5%). La lotta alla recessione sembra quindi funzionare. Il presidente Obama ha recentemente evidenziato la stabilizzazione del sistema bancario e creditizio, segnale che prospetta una ripresa, anche se inizialmente potrebbe essere lenta, dell`economia. Il segretario al Tesoro americano Timothy Geithner ha confermato di vedere segnali di miglioramento dell`economia. Ed ulteriori misure sono allo studio, come l`estensione dei sussidi alla disoccupazione per tamponare il fenomeno dell`aumento dei disoccupati che probabilmente continuerà ancora per qualche tempo, prima che si inneschino meccanismi virtuosi di trasmissione tra la ripresa ed il mondo del lavoro. Addirittura l`ex presidente della Fed, Alan Greenspan, conosciuto per i suoi giudizi spesso impietosi, ha recentemente commentato che la fine della recessione è vicina. Secondo Greenspan il sistema finanziario non è più a rischio di un collasso e la ritrovata fiducia avrà un impatto positivo anche sui consumi nonostante il probabile aumento, almeno nel breve, della disoccupazione.

Il consigliere economico della casa Bianca Lawrence Summers, ritiene "molto probabile" che l`economia americana possa tornare a crescere nella seconda parte dell`anno: già nel periodo tra luglio e settembre l`andamento del Pil dovrebbe far registrare un`inversione di tendenza. Sui mercati circolano previsioni che parlano di una aumento del Pil dello 0,5% nell`ultimo trimestre del 2009 e dell`1,5% entro il 2010. I listini azionari sembrano credere alle parole di questi commentatori illustri: nel corso dell`ultima ottava l`indice `S&P 500 si è portato per la prima volta da novembre sopra quota 1000 punti, il Nasdaq ha fatto registrare lunedì scorso la prima chiusura di seduta sopra i 2.000 punti dall`1 ottobre.

Alla base di questi rialzi i risultati ottenuti dai titoli delle "big bank" americane. Goldman Sachs, Citigroup e JPMorgan Chase dai minimi toccati il 9 marzo, i livelli più bassi dell`ultimo decennio, hanno disegnato un rimbalzo che ha permesso di archiviare guadagni compresi tra il 100% ed il 200%. E non si è trattato solo di rimbalzi tecnici: i bilanci mostrano che queste tre banche da sole nel primo trimestre 2009 hanno accumulato guadagni nell`ordine degli 80 miliardi di dollari, ottenuti in larga misura grazie all`aumento delle commissioni.

E` evidente che se le previsioni di una ripresa dell`economia dovessero dimostrarsi azzeccate i conti ne trarrebbero ulteriore beneficio, insomma, il rialzo dei bancari potrebbe essere solo l`inizio. E si tratterebbe di un rialzo emblematico, capace di iniettare ulteriore fiducia nei mercati, dal momento che proprio il comparto delle banche si è dimostrato il più fragile nel momento dello scoppio della crisi. L`altro settore in crisi, quello immobiliare, mostra allo stesso modo segnali di ripresa: negli Stati Uniti la spesa per costruzioni è salita nel mese di giugno dello 0,3% a fronte di attese di un calo dello 0,5%, le vendite di case con contratti in corso hanno registrato a giugno una variazione positiva del 3.6%, archiviando il quinto rialzo consecutivo. La crescita dei listini inizia ad avere qualche solida base sulla quale poggiare che non sia una generica speranza di aver attraversato la parte più profonda del guado.
Ciò potrebbe favorire la richiesta di mutui e prestiti al consumo e mutui e prestiti per l`acquisto della prima casa.
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Notizie economia




Fonte: Tiscali






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