Berlusconi: c`è la crisi, nessuna riduzione delle tasse. "Certi pm sono peggio di Tartaglia""L`attuale situazione di crisi non permette nessuna possibilità di riduzione delle imposte". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
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"La situazione attuale del debito pubblico comporterà, solo di interessi, una spesa di 8 miliardi di euro all`anno. In questa situazione - ha sottolineato il premier - è fuori discussione poter pensare a un taglio delle imposte"."Serve semplificazione del fisco, ma tempi lunghi" - "Si impone una semplificazione di tutto il sistema tributario, ma sarà un lavoro lungo, duro - ha detto ancora il premier -. Spero che possa essere sufficiente un anno, ma è un lavoro davvero improbo".
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Il premier ha poi sottolineato che "il quoziente familiare resta un nostro impegno, ma purtroppo non c`é nessuna possibilità che questo possa avvenire in questa situazione di bilancio".Quoziente familiare: per ora nessuna possibilità - "Ho assistito a molte discussioni televisive circa una nostra promessa elettorale che riguarda il quoziente familiare", è stata la premessa del premier.
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"E` un fatto di giustizia che un singolo che guadagna 100 sia chiamato a pagare più tasse di un padre di famiglia che deve mantenere una famiglia numerosa", ha aggiunto. Quella del quoziente familiare, ha quindi affermato, resta "la direzione prima su cui in un futuro potremmo convogliare una possibile riduzione delle imposte". I tempi, però, non sono maturi.
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"E` un nostro impegno elettorale, ma era immediatamente legato al fatto che avremmo proceduto in quel senso ove le condizioni del bilancio dello stato lo avessero consentito. Quindi - ha concluso Berlusconi - ribadisco il nostro impegno, ma purtroppo devo dire che oggi come oggi non c`é nessuna possibilità che questo possa avvenire".Torna l`inappellabilità delle sentenze di primo grado - Poi il premier è tornato sul tema della giustizia. "Nella riforma della giustizia a cui stiamo lavorando vorrei assicurare che riproponiamo la inappellabilità delle sentenze di primo grado", è stata la premessa del capo del governo. "Noi riteniamo che dobbiamo ancora insistere affinché un cittadino accusato di aver commesso un reato e giudicato innocente da un tribunale della Repubblica non debba più essere richiamato in appello con un processo di Cassazione", ha aggiunto Berlusconi. "Perché - ha proseguito - i pm lo fanno sempre di ricorrere in Appello anche soltanto per il puntiglio di far vedere che il loro teorema accusatorio era valido, o magari per una antipatia personale o per un pregiudizio politico. Per il cittadino invece é la tragedia, sia per lui che per i suoi cari".
Ciò potrebbe portare ad un aumento della domanda di consumi con una maggior domanda di mutui e prestiti al consumo e mutui e prestiti per l`acquisto della prima casa.
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Fonte: Tiscali