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"Dubai World: Quali sono le Conseguenze?!?"

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Mutui e Prestiti



Il ciclone Dubai rischia di spegnere la fiammella accesa con tanta fatica dalle banche centrali e dai governi, intervenuti a sostegno delle maggiori economie mondiali, in un momento in cui si iniziavano a vedere i primi risultati concreti.
Mutui tasso agevolato
La storia di Dubai World, la holding finanziaria dello stato del Golfo, e dei suoi 59 miliardi di dollari di debiti, è ormai nota: la moratoria di sei mesi richiesta per i pagamenti ha fatto tremare il comparto finanziario, ed anche se le banche italiane non sembrano avere pesanti esposizioni nell`area il rischio che una ondata di paura travolga anche loro, come già successo a settembre 2008 allo scoppio della crisi dopo il fallimento di Lehman Brothers è elevato.
Prestiti vitalizi
A preoccupare non è infatti tanto il potenziale default del paradiso in mezzo al deserto quanto l`effetto che questo potrebbe avere sulla fiducia degli investitori e sul costo del debito per economie particolarmente indebitate come la nostra.
Cessione prosoluto
A seguito della notizia della richiesta di congelamento dei pagamenti fino al 30 maggio 2010 da parte di Dubai World il costo dei CDS (i credit default swaps, ovvero il costo dell`assicurazione contro un default dell`emittente) relativi a paesi come l`Ungheria, la Turchia, il Brasile, la Bulgaria, il Messico e la Russia è cresciuto immediatamente. Del resto i fondi sovrani di paesi come Abu Dhabi, il Qatar ed il Kuwait gestiscono un patrimonio superiore ai 1000 miliardi di dollari e con i loro investimenti hanno sostenuto, in alcuni casi salvato, molte aziende nel periodo di crisi. Se lo tsunami nato dall`isola a forma di palma dovesse tracimare e fare prosciugare le casse di questi fondi sovrani verrebbero a mancare le risorse per nuovi salvataggi (un esempio tra tutti, l`Abu Dhabi investment fund è quello che ha sostenuto Citigroup impedendone il fallimento). Le banche maggiormente coinvolte sono Royal Bank of Scotland, Barclays, Hsbc, Lloyds e Credit Suisse, tutte istituzioni già gravemente colpite nella prima fase della crisi e salvate grazie ad ingenti iniezioni di denaro pubblico, fatto questo che renderebbe problematici nuovi salvataggi senza scatenare una ferma opposizione da parte dell`opinione pubblica (al tempo degli interventi di salvataggio la crisi era principalmente del settore finanziario, adesso è estesa all`economia reale e le poche risorse disponibili sono da riservare agli ammortizzatori sociali). E se anche altri investitori si trovassero nella impossibilità di intervenire la spirale della crisi potrebbe tornare ad avvitarsi su se stessa.
Ciò potrebbe portare ad un aumento della domanda di consumi con una maggior domanda di mutui e prestiti al consumo e mutui e prestiti per l`acquisto della prima casa.
Foto

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Fonte: Tiscali




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