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"Clima: Milioni di Danni per il Sud Europa!"

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Se non sarà fermato, il riscaldamento del clima costerà 65 miliardi di euro l`anno all`Unione Europea, soprattutto nel sud dell`Europa, Italia inclusa, mentre, al contrario, i paesi del nord potrebbero addirittura trarre vantaggi economici dal cambiamento. E` lo scenario allarmante contenuto in un rapporto pubblicato dal Centro comune di ricerca della Commissione Europea. “Se il clima previsto per gli anni 80 del secolo in corso si producesse oggi, l`Ue dovrebbe far fronte a un calo annuale del pil da 20 a 65 miliardi di euro, in funzione dell`incremento della temperatura in Europa”, s9 legge nel rapporto.


Il risultato tiene conto di quattro ambiti, particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici: l`agricoltura, le inondazioni dovute alle piene, le modifiche delle zone costiere con spostamenti di popolazioni e il turismo. Lo studio ipotizza vari scenari di aumento di temperatura, dai 2,5 ai 5,4 gradi Celusius, nonché l`innalzamento del livello del mare, da 48 a 88 cm in Europa per gli anni Ottanta del secolo.
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Nel caso peggiore, le inondazioni marine e il costo degli spostamenti di popolazioni ridurrebbe la ricchezza degli europei dello 0,46% in media, colpendo ogni anno un numero di persone comprese tra 775.000 e 5,5 milioni in più rispetto alle cifre attuali. In agricoltura, il rendimento delle colture subirebbe un calo del 10%. Le inondazioni colpirebbero tra 250.000 e 400.000 persone in più ogni anno, riducendo la ricchezza annua dello 0,24% soprattutto per danni agli edifici. L`unico settore a restare grossomodo neutro a livello Ue sarebbe il turismo.
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Questo a livello generale, in realtà lo studio identifica forti differenze regionali. I danni più gravi riguarderebbero l`Italia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia e la Bulgaria. In questi paesi l`impatto del cambiamento climatico sarebbe negativo per tutti i settori. Così l`agricoltura vedrebbe una perdita del rendimento pari al 25% a causa della siccità, gli introiti del turismo potrebbero diminuire di 5 miliardi di euro l`anno.
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Meno grave, si legge nel rapporto di Bruxelles, l`impatto a livello dell`Europa centrale (una zona compresa per lo studio tra l`Irlanda, i Paesi Bassi, la Francia occidentale fino alla Romania e alla Polonia orientale). Tuttavia anche questi paesi sarebbero colpiti da un aumento delle inondazioni. In compenso aumenterebbero gli introiti da turismo, visto che il tempo sarebbe più caldo.


I veri `vincitori` sarebbero però i paesi del nord. “La Danimarca, la Svezia, la Finlandia, l`Estonia, la Lettonia e la Lituania sarebbero i soli paesi dell`Ue a beneficiare un aumento di ricchezza in tutti gli scenari, compreso tra lo 0,5% e lo 0,7% l`anno, soprattutto grazie a un forte impatto positivo sull`agricoltura, a minori danni dovuti alle inondazione e a introiti maggiori nel settore del turismo”, si legge nello studio.

Solo promesse molto in là nel tempo, ben oltre la fine del proprio mandato presidenziale, per il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama. Il presidente americano si recherà al vertice sul clima di Copenaghen il nove dicembre per annunciare la sua disponibilita` a impegnarsi a riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra da parte degli Stati Uniti di una quantità "intorno al 17 per cento sotto i livelli del 2005 entro il 2020".
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Chiusura di seduta vicino alla parità per la Borsa valori, che riguadagna posizioni nel finale dopo un pomeriggio incerto, sulla scia di Wall Street. L`indice Ftse Mib termina con un +0,15%, a 22.741 punti, mentre l`All Share segna +0,13%. In forte crescita gli scambi, che superano di poco i 4 miliardi di euro.


Per Piazza Affari una giornata sotto tono, con andamento decisamente peggiore rispetto agli altri mercati europei. Dopo un buon avvio (massimo dell`1%) il listino ha via via perso terreno, andando in negativo nel pomeriggio. I dati macro Usa, complessivamente positivi, con la disoccupazione in calo e la crescita della spesa per consumi, hanno contribuito a limitare i danni.


Deboli le banche, con Unicredit -0,52%, Monte Paschi -0,74%, Intesa a +0,17%. Nei media spicca Rcs (+1,49%), Tiscali sale del 4,13%.


Mediaset ha chiuso con un progresso del 3,49%, galvanizzata dal giudizio positivo di Barclays che ha iniziato la copertura su parecchi titoli del settore media europeo, assegnando al gruppo italiano un `overweight` con target price di 6 euro. In giornata, il valore del titolo ha oscillato tra un minimo di 5,05 euro e un massimo di 5,3 euro, il nuovo record del 2009, tra scambi molto sostenuti, con quasi il triplo dei pezzi passati di mano (13,4 milioni) rispetto alla media giornaliera dell`ultimo mese. Gli analisti di Barclays hanno avviato la copertura sulle azioni di Mediaset, per le quali hanno espresso la raccomandazione `overweight` con prezzo obiettivo a 6 euro. Tra i motivi della scelta, come spiegano nello studio, ci sono le attese di crescita della pubblicità per il prossimo anno (+2%) e il fatto che la società italiana offre un rapporto dividendo-prezzo tra i più alti nel settore media; Barclays spiega anche che attualmente la `pay tv` è valutata `zero` dal mercato e per questo c`è spazio per la creazione di valore. Sul fronte opposto, tra i principali rischi per il titolo rilevati dagli analisti ci sono la possibilità che la raccolta pubblicitaria riservi sorprese negative e un eventuale cambio di Governo.
Ciò potrebbe portare ad un aumento della domanda di consumi con una maggior domanda di mutui e prestiti al consumo e mutui e prestiti per l`acquisto della prima casa.
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Fonte: Milano Finanza







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