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Fao: tre giorni di vertice per sostenere la guerra alla famePorre al centro dell`attenzione pubblica il dramma della fame che colpisce nel mondo 1,02 miliardi di persone e raccogliere l`assenso dei governi dei paesi sviluppati ad una maggiore partecipazione allo sradicamento di questo disastro umanitario, investendo nel sistema agricolo e rurale dei paesi poveri il 17% degli aiuti allo sviluppo, con uno stanziamento di circa 44 miliardi di dollari all`anno. E` il risultato che spera di incassare il direttore generale della la Fao Jacques Diouf al termine del vertice mondiale sulla sicurezza alimentare che si aprirà domani a Roma e al quale parteciperanno oltre 60 capi di stato e di governo.Assenti i leader dei Paesi ricchi - L`appello però rischia di cadere nel vuoto visto che saranno proprio i leader dei Paesi ricchi i grandi assenti dei tre giorni di vertice cui non parteciperanno, tra gli altri, né il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, né quello francese Nicolas Sarkozy, né i primi ministri tedesco e britannico Angela Merkel e Gordon Brown.
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Ci sarà invece il Papa Benedetto XVI che lunedì varcherà per la prima volta nel suo pontificato il portone della sede romana della Fao e aprirà i lavori del vertice sulla sicurezza alimentare insieme al segretario generale dell`Onu Ban Ki Moon e al direttore generale della Fao Jacques Diouf. A rappresentare al massimo livello il G8 sarà quindi il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi che, in assenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano impegnato in una visita in Turchia, farà gli onori di casa come premier del Paese che ospita la Fao. Tra coloro che interverranno al vertice ci sono anche il presidente della Commissione europea José Manuel Durao Barroso, il presidente del Brasile Inacio Lula da Silva, il premier turco Tayyip Erdogan e alcuni personaggi controversi come il leader libico Muammar Gheddafi, il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe e il presidente del Venezuela Hugo Chavez.Sostegno ai piccoli agricoltori dei paesi poveri - Secondo Diouf sconfiggere la fame è possibile e lo dimostrano quei 31 paesi (su 79 monitorati) in cui a partire dagli anni Novanta c`é stato un significativo calo degli affamati. Ma è impensabile sradicare la fame senza un rilancio ed un sostegno concreto ai 2 miliardi di piccoli agricoltori dei paesi poveri che rappresentano un terzo della popolazione mondiale. Anche perché la crisi economica ha aggravato la situazione aumentando gli affamati nel 2009 di 105 milioni e l`obiettivo di dimezzare la fame che il precedente World Food Summit aveva fissato per il 2015 molto probabilmente slitterà di 40 anni e non sarà raggiunto prima del 2050. Anno in cui la popolazione mondiale avrà raggiunto i 9,1 miliardi e per sfamarla sarà necessario accrescere del 70% la produzione di cibo.Il calendario dei lavori - Lunedì i partecipanti al summit entreranno subito nel vivo con l`adozione della dichiarazione del vertice dove la comunità internazionale si impegnerà ad accelerare, come si legge nella bozza, per "fermare immediatamente l`aumento degli affamati nel mondo e, contemporaneamente, diminuirne significativamente il numero". Nel secondo giorno dei lavori, oltre che delle sfide che si prospettano per l`agricoltura e la sicurezza alimentare, si parlerà anche di riforma della governance mondiale della sicurezza alimentare e di cambiamento climatico, con uno sguardo alla realtà dei biocarburanti che registrano un crescente trend produttivo e possono perciò mettere a rischio la sicurezza alimentare. Infine l`ultimo giorno si affronterà il tema del miglioramento della sicurezza alimentare mondiale, con un` attenzione particolare allo sviluppo rurale e quello dei piccoli proprietari agricoli.
Ciò potrebbe portare ad un aumento della domanda di consumi con una maggior domanda di mutui e prestiti al consumo e mutui e prestiti per l`acquisto della prima casa.
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Fonte: Tiscali