Mutui e Prestiti
Secondo l`ultimo Bollettino economico di Banca d`Italia la recessione mondiale si è arrestata e si sta profilando ora una ripresa, anche se dovuta in larga parte al sostegno delle politiche economiche espansive adottate nei principali Paesi. Proprio a causa degli interventi governativi straordinari rimane molto elevata l`incertezza sulla solidità della ripresa stessa. Il rischio che con il venir meno degli stimoli fiscali e monetari la domanda privata possa tornare a ristagnare è alto. La disoccupazione elevata e crescente e la limitata disponibilità di credito, una volta esaurito il ciclo di ricostituzione delle scorte, potrebbero causare una nuova battuta d`arresto per la crescita economica. Nel secondo trimestre del 2009 il numero di occupati residenti in Italia è diminuito, al netto dei fattori stagionali, di 58000 unità (lo 0,3 per cento) rispetto al periodo precedente. Rispetto allo stesso trimestre del 2008 il calo dell`occupazione è stato dell`1,6% (-378.000 unità). Dal Bollettino emerge invece un ripresa dei consumi, almeno per il secondo trimestre, dove si è registrato un aumento dello 0,3 per cento sul periodo precedente (ma un calo dell`1,8% su quello corrispondente del 2008). I segnali per il terzo trimestre restano tuttavia incerti, anche in questo caso infatti gli aumenti del periodo precedente sono risultati legati a politiche straordinarie come gli incentivi alla rottamazione di autoveicoli, mentre per il futuro si conferma il peggioramento degli indicatori relativi alle intenzioni di acquisto di beni durevoli.
Le difficoltà del mercato del lavoro si stanno verosimilmente riflettendo sulla domanda delle famiglie. Esiste quindi il rischio che la crescita del Pil italiano vista nel secondo quarto dell`anno (+1% circa sul periodo precedente), un evento che non si realizzava da cinque trimestri, non si ripeta nel terzo. In un contesto di crescita incerta come l`attuale non preoccupa l`inflazione: i dati preliminari di settembre mostrano un aumento dello 0,3% e le proiezioni per il 2010 prospettano un incremento medio dell`1,5%. Pur con le dovute cautele, Bankitalia ipotizza comunque che sia stato toccato il punto più basso della crisi di crescita (alcune variabili, come la disoccupazione e gli investimenti, potrebbero non essere invece ancora ai minimi), i mercati azionari hanno motivo per crescere, anticipando la ripresa dell`economia e quindi anche quella degli utili aziendali. La nostra borsa ha praticamente raddoppiato il proprio valore negli ultimi 7 mesi circa, ma se l`inizio della fase di ripresa dovesse trovare conferma anche nei prossimi trimestri gli spazio a disposizione per un ulteriore rialzo potrebbero essere ampi. Esiste tuttavia un ulteriore elemento di criticità che pertiene principalmente al nostro paese e che potrebbe appesantire quindi la nostra borsa anche in un contesto globale di miglioramento, ovvero l`andamento dei conti pubblici. Il calo delle entrate in Italia è stato nei primi nove mesi del 2009 del 3,2%, l`indebitamento netto nell`anno in corso è praticamente raddoppiato rispetto al 2008 raggiungendo il 5,3% del Pil e il debito potrebbe raggiungere e superare il 115% del prodotto interno lordo.
L`obiettivo per l`indebitamento netto è fissato al 5% del Pil ed il suo raggiungimento, oltre a contare su di una ripresa del gettito tributario legata alla ripresa ciclica, dovrà passare per una forte decelerazione della spesa primaria corrente ed una netta flessione degli investimenti pubblici, entrambi elementi che contrastano con il mantenimento della ripresa economica e quindi implicitamente anche con la crescita della borsa. Per evitare un nuovo ripiegamento dell`economia e quindi anche dei listini azionari è necessario che il nostro paese si svincoli velocemente dalle politiche di intervento straordinarie e torni a contare sul traino dell`economia globale, su di una ripresa delle esportazioni. Le previsioni per la crescita mondiale per il 2010 sono del 3% circa, con i paesi avanzati poco al di sopra dell`1%. Ritmi di ripresa così contenuti rischiano di non bastare a garantire lo svincolarsi della nostra economia dagli interventi governativi. Secondo il Centro studi Confindustria l`Italia potrebbe tuttavia vincere questa corsa contro il tempo: nella Congiuntura flash di ottobre si legge che l`Italia ha agganciato il rilancio internazionale, come testimonia il deciso recupero della produzione industriale nel terzo trimestre, che diventerà però più lento in autunno, almeno stando alle attese delle imprese.
Il netto recupero del commercio mondiale è insieme l`effetto dell`uscita dalla recessione dei maggiori paesi avanzati e la cinghia di trasmissione degli impulsi espansivi. Impulsi fondamentali per un paese come l`Italia con una economia votata all`export. Grazie al miglioramento generalizzato della congiuntura per il 2010 si profila all`orizzonte una crescita del Pil italiano superiore all`1% dopo il calo del 4,5% preventivato per il 2009 (entrambi i dati sono stati rivisti dal Centro studi di Confindustria al rialzo, rispettivamente dallo 0,8% e dal -4,8% indicati a settembre). Fino a questo punti i numeri citati sono per lo più previsioni, quindi tutti da verificare. Il miglioramento delle condizioni economiche a livello mondiale è tuttavia testimoniato in concreto dal recente incremento dei prezzi delle materie prime, che tuttavia è in parte legato anche alla debolezza del dollaro. La crescita dei prezzi delle commodities, se da un lato riflette una aspettativa generalizzata di miglioramento della domanda, dall`altro potrebbe esporre la Bce a pressioni sui tassi di interesse proprio in una fase delicata, quando si acuirà il fabbisogno di credito da parte delle aziende. La scommessa fatta dalla borsa, al rialzo da marzo, non è quindi priva di rischi: il recupero verso i livelli di ricchezza precedenti l`inizio della crisi è un processo ancora incerto e se qualche cosa dovesse andare male i prezzi delle azioni potrebbero retrocedere velocemente. Il rischio di un "double dip", di una nuova fase recessiva dopo l`intermezzo degli ultimi mesi prima che le cose tornino a migliorare nuovamente non viene escluso ne` da Bankitalia ne` dal Centro studi di Confindustria, che forse non ne parlano esplicitamente ma che sottolineano in ogni caso l`incertezza sulla sua solidità della ripresa.
Ciò potrebbe portare ad un aumento della domanda di consumi con una maggior domanda di mutui e prestiti al consumo e mutui e prestiti per l`acquisto della prima casa.
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Fonte: Tiscali