Mutui e Prestiti
La crisi si comincia a vedere, ma diventerà evidente solo nei conti del 2009. La media impresa ne ha risentito di più, ma i bilanci del 2008 delle big vedono fatturati in generale in crescita con Eni (108,1 miliardi) che si conferma al primo posto della classifica che Mediobanca stila da 44 anni sulle principali società italiane (3.690 imprese).
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Enel (59,5 miliardi), grazie al consolidamento di Endesa, scalza Fiat (59,3 miliardi) dalla seconda posizione, mentre dalla quarta all`ottava posizione niente è cambiato. Solo Telecom ha un trend negativo (-3,8% fatturato a 29,8 miliardi) e tenuto conto che nei primi sei mesi del 2009 i ricavi sono ulteriormente scesi (-5,7%) andrà a perdere il suo quarto posto incalzata, in quinta posizione, dal Gestore Servizi Elettrici (29,4 miliardi nel 2008).
Mutui tsso fisso
I segni della crisi si vedono nella parte media della classifica quella che comprende le aziende tra 50 e 330 milioni di euro di fatturato. E` l`area più dinamica dell`industria italiana ma anche quella che ha cominciato a risentire della crisi già nella seconda metà del 2008 tanto che le imprese entrate nel retino di Mediobanca (i parametri richiesti per entrare in classifica sono una crescita del fatturato superiore al 20% e un incidenza dell`utile sul fatturato maggiore del 4%) sono solo otto, praticamente dimezzate.
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``I dati sul primo semestre confermano la nuova graduatoria``, hanno spiegato all`Ufficio Studi di Mediobanca, evidenziando che possibili variazioni potrebbero esserci nelle prime dieci posizioni con un significativo regresso della Erg che ha conservato nel 2008 l`ottava posizione ma nel 2009 subirà l`effetto del deconsolidamento delle attività cedute alla russa Lukoil (nei primi sei mesi 2009 il fatturato è calato del 56%).
Un altro elemento di dinamismo nella classifica è rappresentato da Edizione (Benetton) che, con il consolidamento sull`intera annualità di Atlantia, passa dall`undicesima alla nona posizione (aveva già fatto un balzo dalla 15ma all`11ma l`anno scorso). Da segnalare, all`interno delle prime 20 posizioni, la 15ma piazza delle Ferrovie dello Stato (dalla 18ma con 6,4 miliardi di euro di fatturato) che superano due campioni dell`imprenditoria privata: Fininvest (in 16ma posizione con fatturato in lieve calo a 6,1 miliardi) e Italmobiliare (17esima a 6 mld).
Pirelli scivola pesantemente dalla 14esima alla 26esima posizione e torna, dopo l`ingresso di Dgag che aveva fatto lievitare il fatturato del 2007 a 6,5 miliardi, alla sua dimensione storica (4,66 miliardi). Mediobanca classifica le società in base al loro fatturato (dai 50 milioni di euro in su), ma se si volesse invece guardare l`ultima riga del bilancio Eni sarebbe ancora al primo posto (8,8 miliardi) ed Enel al secondo (5,2 miliardi).
A seguire Telecom, Fiat, Poste Italiane, Parmalat (per effetto dei proventi dalle azioni risarcitorie). La maglia nera andrebbe ad H3G che ha chiuso il 2008 con 1 miliardo di perdite ma il gruppo telefonico non ha reso disponibile il suo bilancio. La classifica delle maggiori perdite nette vede quindi in testa Valentino (-482 milioni), Saeco International (-445 milioni), Pirelli (-348 milioni), Eon Produzione (-337 milioni) e Tiscali (-243 milioni).
Sempre nel 2008 la società più indebitata dell`industria italiana era Enel (59,6 miliardi di euro). Nel 2009, con l`aumento di capitale da 8 miliardi, il gruppo guidato da Fulvio Conti ha riequilibrato la sua posizione ma, viene fatto notare in occasione della classifica annuale di Mediobanca sulle principali società italiane, l`effetto positivo non si vede ancora nei dati 2008 dove invece pesa l`aggregazione con Endesa.
Al secondo posto tra i debiti finanziari più consistenti quelli di Telecom (39,7 miliardi), di Fiat (21,4 miliardi) ed Eni (20,8 miliardi) in termini assoluti. Rispetto invece ai mezzi propri quelli più alti (con un rapporto sul patrimonio netto superiore a 2) sono in capo alla Nuovo Pignone (pari a 4,3 rispetto al patrimonio netto), Mercedes Benz Italia (3,7), Total Italia (3), Prysmian (2,5).
Tengono le banche, soffrono le sim
Il sistema bancario italiano, nel 2008 segnato dalla crisi finanziaria, tiene la barra, mentre soffrono assicurazioni e società di intermediazione immobiliare. La classifica delle banche italiane nel 2008 non segnala variazioni nelle prime 20 posizioni della classifica dell`Ufficio Studi di Mediobanca con Unicredit che permane in prima posizione per totale attivo tangibile (1.019 miliardi) davanti a Intesa Sanpaolo (609 miliardi).
Cominciano però ad affacciarsi le prime difficoltà e questo si evidenzia nel notevole aumento degli incagli nel sistema bancario (+45,2% tra il 2007 e il 2008), mentre l`aumento delle sofferenze è stato contenuto al 17%. Tra le assicurazioni sono invariate le prime cinque posizioni: Generali, Fondiaria Sai, Unipol, Alleanza e Poste Vita. Al sesto posto sale Reale Mutua Assicurazioni e scavalca Cattolica (settima) e Mediolanum (ottava).
I premi lordi dell`aggregato (138 compagnie pese in esame) nel 2008 sono scesi (-7,5%) a 92,8 miliardi, i proventi da investimenti attribuiti ai rami tecnici sono arretrati da 10,6 a 9,7 miliardi portando in rosso il risultato aggregato per 1,8 miliardi e il valore corrente degli investimenti scende a 432,8 miliardi (-9%).
A pagare la tempesta dei mercati azionari nel 2008 sono state le sim con un risultato d`esercizio dell`aggregato delle 39 società prese in considerazione da Mediobanca in caduta a 56,7 milioni (-62,8%) e ricavi in calo a 417,4 milioni (-26%). Comunque invariate le prime tre posizioni per margine di intermediazionie: Equita al primo posto davanti a Sanpaolo Invest Sim ed Ersel Sim.
Tornando a osservare il sistema bancario complessivamente i crediti dubbi sono cresciuti del 44%; la loro incidenza era migliorata raggiungendo un minimo nel 2007 (dal 4,4% nel 2003 al 2,9% nel 2007) per poi ampliarsi nel 2008 (3,4%) e le previsioni sono per un peggioramento nel 2009. Il sistema ha visto tra il 2003 e il 2008 una crescita dei crediti alla clientela pari all`86% da 1.066 a 1.983 miliardi di euro.
Guardando ai diversi tipi di clientela dall`analisi di Mediobanca è emerso come le banche popolari hanno aumentato i crediti alla clientela meno del sistema (+54%) ma hanno anche avuto meno crediti dubbi (4,2%), mostrando dunque una politica più prudente. Le banche di credito cooperativo invece hanno scontato il maggior peso di crediti dubbi (5% nel 2008) ma di contro si sono mostrate dotate di un patrimonio di vigilanza più alto e quasi tutto costituito da Tier 1 (circa il 95% dei requisiti patrimoniali complessivi).
Il coefficiente di solvibilità ex Basilea si è attestato nel 2008 al 10,9%. Di questo il Tier1 è risultato pari al 7,6% mentre le attività non strettamente riconducibili al patrimonio netto hanno contato per circa il 29% del coefficiente di vigilanza. Il sistema dunque appare forte nel suo complesso, ma luci e ombre sono più nette tra gli istituti più piccoli che forse risentono di più della crisi essendo più vicine al territorio ma anche più vulnerabili.
Nella classifica delle top20 per attivi i soli cambiamenti riguardano Ubi Banca che sorpassa il Banco Popolare (dalla quinta alla quarta posizione alle spalle di Mps, terza). Le banche con il maggior Roe (return on equity) sono state la Cassa di Risparmio di Venezia (gruppo Intesa Sanpaolo) con il 48,6%, Intesa Sanpaolo Private Banking (48,2%), la Banca Italo Romena (gruppo Veneto Banca Holding).
Tra le maggiori perdite, in rapporto ai mezzi propri Banca Profilo (78 milioni di euro, pari al 73% dei mezzi propri), Banca Sara (16 mln di perdita pari al 48% del capitale netto) e Interbanca (343 mln ossia il 38% del capitale netto). La maggior perdita di dimensione in termini assoluti è del Banco Popolare (494 milioni poco oltre il 5% dei mezzi propri).
Ciò potrebbe portare ad un aumento della domanda di consumi con una maggior domanda di mutui e prestiti al consumo e mutui e prestiti per l`acquisto della prima casa.
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Fonte: Milano Finanza