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"Negli Occhi le Staminali per curare il Diabete!"

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Arrivano dai nostri occhi le staminali che potrebbero offrire una speranza concreta per la cura del diabete e lo studio parla rigorosamente italiano.
Le cellule staminali sono cellule indifferenziate, prive di specializzazione strutturale o funzionale,
potenzialmente in grado di differenziarsi in uno qualunque degli oltre 200 tipi cellulari presenti
nell'organismo.
Esistono cellule staminali embrionali, fetali e adulte.
le cellule staminali embrionali, dette totipotenti, sono presenti solo nell'embrione poco prima dell'impianto
nell'utero della madre e sono quelle cellule che, pur contenendo tutte le informazioni genetiche necessarie
per dar origine a qualunque cellula dell'organismo adulto, sono ancora indifferenziate.
le cellule staminali fetali, defi nite pluripotenti, sono presenti nel feto in via di sviluppo, mentre le adulte
si trovano in alcune zone profonde dei tessuti differenziati degli animali adulti e, nonostante siano prive di
specializzazione, sono già parzialmente indirizzate a svilupparsi verso un determinato tipo di cellula.
le cellule staminali adulte sono serbatoi di cellule di riserva cui ciascun tessuto attinge naturalmente per
rigenerarsi, sostituendo le cellule troppo vecchie o troppo usurate per continuare a svolgere la loro funzione,
o per reintegrare perdite accidentali. Finché si trovano nell'organismo e in condizioni fi siologiche, le
cellule staminali adulte di un certo tessuto possono dare origine solo a cellule differenziate di quel tessuto.
Prelevate e poste in coltura, invece, possono essere indotte a differenziarsi anche in cellule di altri tessuti,
sebbene con bassa frequenza. Lo stesso può avvenire somministrando opportuni fattori di differenziamento
direttamente nei serbatoi di cellule staminali presenti nell'organismo. Se, per esempio, si vuole ottenere una
cellula della pelle, del cuore o del sangue, si espongono un gruppo di cellule staminali a particolari sostanze
in grado di orientare il differenziamento nella direzione desiderata.
L'effi cienza di questo processo è ancora modesta nella maggior parte dei casi, perché non conosciamo
ancora tutti i segnali e i meccanismi che si verifi cano.
Le cellule staminali adulte si moltiplicano in genere meno rapidamente di quelle embrionali e possono
essere mantenute in coltura per tempi più limitati.
C'è ancora molto lavoro da fare prima di poter stabilire quale tipo di cellula staminale sia da preferire per
una data patologia.
Secondo una ricerca sperimentale condotta per la prima volta in Italia, infatti, in una zona dell`occhio si trovano le cellule staminali adulte che potrebbero essere la fonte più promettente di cellule che producono insulina. Una volta riprogrammate, secondo gli esperti, potrebbero diventare beta-cellule, le cellule del pancreas che producono insulina e che smettono di funzionare in chi soffre di diabete di tipo uno ma anche, a lungo andare, nei pazienti con il diabete di tipo due.Lo dimostrano gli studi sperimentali presentati da un gruppo di ricercatori coordinati da Carla Giordano, professore associato di endocrinologia all`università di Palermo, durante il XXIII congresso nazionale della società italiana di diabetologia, a Padova dal 9 al 12 giugno. La procedura per ottenere le beta-cellule dalle staminali oculari, molto promettente, è anche oggetto della richiesta di un brevetto.Gli studi sulle cellule staminali per la produzione di beta-cellule prendono le mosse dalla constatazione della difficoltà al largo impiego dei trapianti di isole pancreatiche: alla cronica mancanza di donatori si aggiungono i deludenti risultati degli studi clinici più recenti, che hanno mostrato che le isole trapiantate hanno vita breve e dopo qualche mese è purtroppo necessario tornare alla somministrazione di insulina. Da qui l`idea di cercare fonti alternative di beta-cellule.La prospettiva futura è prelevare le staminali dal paziente stesso, farle crescere e differenziare in laboratorio e poi reinserirle quando sono trasformate in beta-cellule; le beta-cellule ottenute potrebbero essere conservate in apposite "banche", così da poter ripetere le inoculazioni se il trattamento non è stato inizialmente efficace.Per il momento le uniche esperienze su pazienti diabetici sono relative all`impiego del trapianto autologo non mieloablativo di cellule staminali: in Brasile, in uno studio pilota, sono state prelevate dal midollo osseo cellule staminali, a pazienti diabetici di tipo 1, successivamente trattati per azzerare il midollo osseo; infine gli stessi soggetti hanno ricevuto le proprie cellule midollari prelevate in precedenza. Sebbene lo studio non abbia incluso un gruppo di controllo, alcuni pazienti non hanno avuto bisogno di terapia insulinica per un periodo medio di 31 mesi.Diabete, i consigli degli esperti per l`estate - Intanto gli esperti riunitisi qualche giorno fa in occasione del congresso della Società Italiana di Diabetologia, a Padova, hanno stilato un elenco di consigli che potrebbero contribuire a migliorare l'estate dei diabetici. Per prima cosa, hanno sottolineato i ricercatori, è consigliabile fare più attività fisica e perdere qualche chilo, ma senza mai trascurare il controllo della glicemia.Sul fronte dell`alimentazione gli esperti consigliano ai pazienti un gelato o un dolce prima o durante uno sforzo fisico, e di portare sempre con sé qualcosa di zuccherino in caso di escursioni o camminate. A tavola sono preferibili i pasti leggeri, senza condimenti piccanti, preferendo il pesce alla carne. Mangiare frutta ma poco zuccherina, senza esagerare nelle dosi: troppo fruttosio può portare a picchi importanti di glicemia. Inoltre consultare sempre il medico prima di assumere integratori di sali minerali.Portare con sé una piccola riserva di carboidrati (le tipiche barrette energetiche) per superare un`improvvisa crisi ipoglicemica. Esporsi con cautela al sole: a causa della minore sensibilità dei recettori del dolore si è infatti più soggetti a ustioni.Molta attenzione va posta ai piedi, che devono essere sempre protetti anche in spiaggia per evitare piccole ferite che potrebbero infettarsi; i diabetici dovrebbero comunque evitare di fare escursioni o nuotare da soli per avere sempre un aiuto in caso di crisi imprevista.Precauzioni infine vanno prese riguardo anche alla conservazione delle medicine: "I farmaci - recita l`ultimo punto del decalogo - vanno sempre tenuti in luogo fresco e ombreggiato, possibilmente in una borsa frigorifero per non alterarne la composizione soprattutto in spiaggia". Per ogni evenienza portare anche in vacanza un certificato attestante lo stato diabetico con l`indicazione delle terapie.
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Fonte: Tiscali




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