Secondo un lavoro pubblicato dalla rivista Lancet si riscontra un drastico calo globale della mortalità durante il
parto dal 1980 al 2008, una riduzione di oltre il 35% negli ultimi 30 anni (da mezzo milione di decessi nel 1980 a 343.000 nel 2008), sottolineando però che la mortalità è aumentata nei paesi ricchi come Usa, Canada, Danimarca rispetto ai paesi poveri.
Nonostante una diminuzione di oltre il 35% in 30 anni, ancora oggi, ogni anno, circa 350.000 donne muoiono di parto. L`Italia, almeno in questo è regina del mondo, infatti è il paese con meno decessi tra le neomamme, solo 4 donne l`anno per 100 mila nuovi nati.
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Lo studio, condotto da Christopher Murray dell`Università di Washington a Seattle, rileva che l`Italia è il paese col tasso di mortalità materna (numero di donne morte per 100 mila nuovi nati) più basso del mondo. Il tasso di tale mortalità globale è passato da 422 per 100 mila nel 1980 a 251 nel 2008. Un decesso su 5, 61.400 nel 2008, è legato all Hiv, mentre quasi l`80% delle morti si è concentrato in 21 paesi nel 2008, il 50% in India, Nigeria, Pakistan, Afghanistan, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo. Un dato rilevante è che in Usa il tasso di mortalità è passato da 12 donne per 100 mila parti nel 1990 a 17 nel 2008 (+42%), un tasso quattro volte più alto di quello italiano. Le donne vittime di
parto, però, sono ancora troppe e che ad esse si devono aggiungere 3,6 milioni di nuovi nati che non sopravvivono oltre il primo mese di vita, 5,2 milioni che muoiono entro i 5 anni. Molti di questi sono vittime di ritardi culturali e sociali, di parti in casa, di assistenza e igiene scarsi, tanto che si stima che ogni anno circa 3 milioni di vite appena nate potrebbero essere risparmiate e con loro da metà a due terzi delle donne.
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Fonte: Tiscali