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"Tremonti: Rigore sui Conti Pubblici!"

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Resta ferma la linea del rigore sui conti pubblici. E` questa la posizione del ministro dell`Economia, Giulio Tremonti, confermata dai più stretti collaboratori, dopo l`annuncio del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sull`intenzione di procedere invece alla riduzione dell`Irap.

Tremonti non si è recato questa mattina nel Palazzo Chigi dove alle 12 era convocato il Consiglio dei ministri, riunione poi annullata, e rimane a Via XX settembre in attesa del ritorno di Berlusconi dalla Russia, per l`incontro di chiarimento già previsto con lo stesso premier.

Non si esclude che la nuova convocazione del Cdm sia per martedì o mercoledì prossimi. Questa mattina una tempesta di neve a San Pietroburgo ha d`altra parte complicato la tabella di marcia, finendo col trattenere Berlusconi, di cui si attende il rientro con ogni probabilità in giornata.
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Ieri a sorpresa Berlusconi ha annunciato di voler sospendere il pagamento dell'Irap sugli oneri finanziari delle imprese per il 2010. Secondo le stime del Governo questo potrebbe portare un risparmio fiscale per le aziende di 3,5 miliardi di euro su un gettito Irap totale di 38 miliardi nel 2008 (9% del totale).
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Ma il ministro dell`Economia tiene duro, anche se c`è chi non ha escluso le sue dimissioni dopo che le voci sulle crescenti insoddisfazioni all`interno della maggioranza, soprattutto da parte della corrente di ex di Alleanza nazionale, per il lavoro del ministro dell`Economia, hanno incominciato a farsi più consistenti.
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Alcuni commentatori le hanno messe in diretta relazione con le prossime elezioni amministrative e con il bisogno della maggioranza di aumentare il proprio consenso. Comunque Tremonti sembra avere le spalle coperte dal ministro per le Riforme, Umberto Bossi, che ancora ieri ha detto che questa maggioranza non va avanti senza di lui.
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Peraltro è vero che fra i tanti provvedimenti ed emendamenti presentati alla manovra finanziaria ce n`è uno firmato proprio dalla Lega che chiede un taglio dell`Irap per 3 miliardi. "Un`abolizione della tassa regionale sull`attività produttiva sarebbe sostanziale per le finanze del Paese, ma è presto per dire se questa proposta possa portare ad una revisione al ribasso del rating sovrano dell`Italia", ha dichiarato all`agenzia Mf-Dow Jones Brian Coulton, economista di Fitch Ratings, spiegando che è necessario valutare attentamente i dettagli della proposta e l`impatto in termini di Pil.

Nonostante l`Italia sia stata colpita meno dalla crisi rispetto ad altri Paesi europei, la situazione fiscale nazionale, ha aggiunto Coulton, è molto delicata. Mentre alcuni Stati europei stanno prendendo provvedimenti per ridurre il supporto fiscale all`economia, "è preoccupante il fatto che l`Italia non stia prevedendo nessuna misura per ridurre le operazioni di allentamento fiscale" e questo atteggiamento non è "fiscalmente responsabile".

Ad aggravare la situazione, ha concluso Coulton, è il livello del "rapporto debito/Pil che arriverà al 120% entro il 2011". Il rating sovrano italiano, secondo Fitch Ratings, è pari ad AA-, per S&P ad A+, mentre per Moody`s è Aa2. Quanto all`impatto sulle società italiane, secondo le simulazioni di Intermonte, prendendo il margine Ebitda medio per le società stimato al 2010 (pari al 18% circa) e un debito/Ebitda medio di 2,2 volte con un costo medio al 7% avremmo un beneficio in termini di minore tax rate pari all`1% con un impatto sull`utile netto del 1,9% circa.

Le società beneficiarie sono quelle con un alto indebitamento e un costo del lavoro in Italia, quindi Telecom Italia, Lottomatica, Seat e le utilities: Enel, Altantia, poi Fiat e Mondadori. Tuttavia, dovendo sostituire l`Irap, il Governo cercherà di favorire le piccole e medie aziende e quindi per le società quotate potrebbe esserci solo un leggero aggravio. Solo chi oggi paga un tax rate molto alto (40-45%) a causa dell`Irap potrebbe avere un vantaggio.
Ciò potrebbe portare ad un aumento della domanda di consumi con una maggior domanda di mutui e prestiti al consumo e mutui e prestiti per l`acquisto della prima casa.
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Fonte: Milano Finanza




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